Nella comunità

Sono sempre più numerose le voci di associazioni trasversali (attive in campi diversi dalla mobilità), professionisti e personalità conosciute su scala nazionale e internazionale che sostengono l’utilità di promuovere con decisione il modello della “Città 30” anche in Italia, aiutando a diffondere i dati scientifici che ne costituiscono le fondamenta.

 

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Pediatri/e

Le principali associazioni e società di pediatri, a partire dagli allarmanti dati sulla salute pubblica dei bambini e delle bambine, il 30 marzo 2023 hanno scritto una lettera aperta ai Sindaci chiedendo […] “interventi della politica sulle infrastrutture che possano rendere svantaggioso l’uso dell’auto e vantaggioso quello dei mezzi sostenibili, la bicicletta in primis, l’adozione di limiti alla circolazione dei veicoli inquinanti nelle città (ZTL), la pedonalizzazione o creazione di zone a bassa velocità 20 Km/h in prossimità degli isolati degli edifici scolastici, città a 30 km/h, creazione di percorsi ciclabili, sviluppo di spazi verdi nelle aree urbane, alla luce delle esperienze pregresse e dei risultati raggiunti in Europa e nel mondo”.

Nel documento di approfondimento tecnico, a proposito della Città 30 e della promozione della mobilità a piedi e in bici, è riportato che: “Riguardo alla riduzione della velocità e alla mobilità attiva, i “co-benefici” di salute pubblica superano i benefici associati alla sola riduzione dell’esposizione all’inquinamento, in quanto le limitazioni della velocità sono associate a un ridotto rischio di lesioni ai pedoni e di incidenti, e l’aumento dell’attività fisica è associato a molteplici benefici per la salute”.

Quest’iniziativa è stata promossa da Associazione Culturale Pediatri (ACP), Società Italiana Pediatria (SIP), Società Italiana Nutrizione Pediatrica (SINUPE), Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e Associazione Italiana Neonatologi (SIN).

 

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Scienziati/e

Mario Tozzi, geologo e divulgatore, il 10 gennaio 2023 ha sostenuto che Città 30 serve “subito a Roma e nelle altre città italiane per salvare vite umane. Oltre a godere di una salute migliore e a impattare meno, non si morirà più a piedi o in bici”.

 

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Polizia stradale

Giordano Biserni presidente dell’ASAPS (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) il 19 gennaio 2024, pochi giorni dopo l’avvio definitivo di Bologna Città 30, ha dichiarato all’ANSA: “Noi siamo favorevoli alla sperimentazione di Bologna Città 30: c’è un allarme esagerato, tenuto conto che Londra, Madrid, Barcellona, Amsterdam, Bruxelles lo hanno già adottato. Il futuro va in questa direzione. Lo chiedono l’organizzazione mondiale della sanità, le Nazioni Unite, l’Unione europea, per raggiungere l’obiettivo di -50% dei morti sulle strade. Bisogna cominciare anche da questa applicazione. Nel 2023, in Italia, sono morti 440 pedoni, 197 ciclisti, molti in area urbana, il 73% degli incidenti avviene in area urbana. Andando a 30 all’ora in città non si perde tutto questo tempo e non ci sono le condizioni per il Comune per fare cassa, perché per fare cassa non è questo il sistema: non si fa cassa controllando i veicoli con il telelaser. Qui si tenta di fare sicurezza”.

Girolamo Mimmo Lacquaniti, primo dirigente della Polizia di Stato, l’11 marzo 2023 in un’intervista TV ha dichiarato: “Le scelte politiche spettano ad altri, ma da tecnico posso dire che sicuramente c’è una correlazione fra velocità, incidenti e gravità degli esiti”, identificando di fatto quella doppia finalità di riduzione della quantità e della gravità delle collisioni stradali che è alla base della Città 30. E, cogliendo una delle principali perplessità su questo tema, ha anche aggiunto che in realtà “il limite dei 30 km/h in città aiuta anche il traffico: molti pensano che si crea congestione, in realtà non ci deve essere questa paura, perché il problema non è quanto si corre, ma quanto è fluida la circolazione, più è costante meno ingorghi ci sono. Tra l’altro la maggior parte degli incidenti avviene nelle nostre città: e il 90% è evitabile, in quanto dovuto a una condotta umana che l’ha causato (eccesso di velocità, distrazione, mancata precedenza)”.

 

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Giornalisti/e

Luca Valdiserri, giornalista del Corriere della Sera e papà di Francesco, vittima di violenza stradale, l’11 marzo 2023 in un’intervista TV si è detto convinto di come “Le Città 30 saranno una delle prossime battaglie campali per la sicurezza stradale. Per molta gente è un limite troppo basso, si va troppo lenti. Ma la scelta dei 30 km/h non è stata fatta a caso, non è una bizzarria: è stata studiata sulle statistiche. I dati dicono infatti che un pedone investito a quella velocità ha molte più probabilità di salvarsi e che nelle città dove viene applicato questo provvedimento gli incidenti e i morti effettivamente diminuiscono. Siamo spesso aggressivi al volante, senza renderci conto che poi mica siamo sempre automobilisti: siamo anche pedoni, siamo anche ciclisti”.

 

Mondo dello sport

Davide Cassani, già ciclista professionista, commentatore della RAI, e Commissario Tecnico della nazionale di ciclismo, il 23 gennaio 2024, commentando Bologna Città 30, si è dichiarato in favore del progetto affermando: “Penso che il discorso delle Città 30 vada proprio nella direzione di salvare vite umane, perché secondo me in Italia in questi anni si muore troppo”, ha detto. “Se c’è un sistema per diminuire gli incidenti e la mortalità sulle strade, io penso che bisogna prenderlo in considerazione. Dal momento che già in diverse città che hanno adottato Città 30 c’è stato un calo della mortalità del 25%, io penso che può essere già questa una risposta a tutto quello che viene detto in questi giorni. Tutto quello che si fa per salvare delle vite umane secondo me è qualcosa di utile”

 

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Insieme automobilismo, economia e ambiente

Un’alleanza inedita fra istituzioni internazionali e nazionali e, soprattutto, organizzazioni del mondo automobilistico, economico e ambientalista: è questo il “Manifesto per Città 30 e strade sicure e vitali”, firmato il 19 luglio 2022 a Roma, un’iniziativa estremamente innovativa tanto nei sottoscrittori quanto nei contenuti.

Il Manifesto è stato firmato infatti da Jean Todt, inviato speciale del Segretario Generale dell’ONU per la sicurezza stradale, dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili per lo Stato italiano, da ANCI per i Comuni italiani, dall’ACI – Automobile Club d’Italia per il mondo automobilistico, da Confindustria – ANCMA per il settore economico e da un insieme di associazioni e fondazioni attive nel campo della mobilità sostenibile e sicurezza stradale (Fondazione Luigi Guccione, Legambiente, ASVIS, Kyoto Club, FIAB, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Marco Pietrobono onlus).

I promotori ritengono necessario “come in altri Stati UE, assumere anche [in Italia] a livello nazionale, a supporto delle scelte degli Enti locali, la politica delle “Città 30”, ossia della generalizzazione del limite massimo dei 30 km/h in ambito urbano almeno sulla rete viaria secondaria”. Questo si traduce concretamente nella proposta di “mantenere il limite dei 50 km/h sulle strade urbane di scorrimento (tipo D) e promuovere invece quello dei 30 km/h sulle strade di quartiere e locali (tipo E e F)”, ferma restando l’autonomia dei Comuni nella classificazione delle strade”, e di “destinare ai Comuni fondi adeguati e vincolati per la realizzazione di interventi di gestione e controllo della velocità”.

 

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