La Città 30 è contro gli automobilisti e i motociclisti?

No, per diverse ragioni relative alla sicurezza stradale, al traffico e all’accessibilità della città.

Tantissimi morti e feriti per incidenti stradali, oltre il 75% complessivamente in Italia secondo i dati ISTAT, sono conducenti di veicoli a motore: aumentare la sicurezza stradale grazie ai 30 km/h in città serve a salvare le vite di tutti, certo degli utenti più vulnerabili come pedoni e ciclisti spesso citati quando si parla di Città 30, ma naturalmente anche dei guidatori di auto, moto, furgoni, camion, ecc.

Rendere più fluido il traffico con la Città 30 agevola ciascuno/a di noi quando ha necessità di usare l’auto (ad esempio nei casi in cui deve trasportare persone anziane o con disabilità, caricare cose ingombranti o pesanti, percorrere lunghe distanze, ecc.), rendendo le strade, oltre che più sicure, anche meno congestionate e meno stressanti. I 30 km/h creano infatti condizioni di maggiore scorrevolezza a velocità costante, senza peggiorare i tempi di percorrenza, e, offrendo più sicurezza, progressivamente fanno crescere la quota di persone che si spostano a piedi, in bici e coi mezzi pubblici e riducono così il numero di auto in circolazione.

La Città 30, ancora, non è contro chi si muove in auto e in moto perché tutta la rete stradale primaria resta in ogni caso a 50 km/h. E infine perché, a differenza di provvedimenti più classici come le ZTL e le aree pedonali, la Città 30 non impedisce di usare il proprio mezzo privato per recarsi in determinate parti delle città, ma semplicemente chiede di guidare a una velocità sicura per tutti, senza nessun peggioramento dei tempi di percorrenza.

 

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