Ma non considerate le tecnologie di sicurezza sempre più avanzate dei veicoli?

Le tecnologie di sicurezza attiva e passiva dei veicoli a motore che stanno progredendo possono senz’altro migliorare la sicurezza per i conducenti e gli altri utenti della strada, ma non sono di per sé sufficienti e risolutive.

Basta guardare i trend di incidentalità contenuti nel PNSS (Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale): in dieci anni in Italia, i morti e i feriti fra i conducenti di auto, moto e camion si sono ridotti fra il 23% e il 32%; nello stesso periodo, invece, i pedoni e i ciclisti deceduti sono calati rispettivamente solo del 14% e del 5%, i feriti in bici sono aumentati e i feriti a piedi sono rimasti stabili.

Non a caso, tutti i più importanti piani di sicurezza stradale si basano sull’approccio chiamato “Safe System”, che prevede un mix di cinque azioni necessarie: veicoli più sicuri è solo una, a cui si aggiungono velocità più sicure, strade più sicure, comportamenti più sicuri degli utenti, gestione più efficiente del post-incidente.

Lo stesso PNSS citato evidenza i rischi addizionali che le tecnologie legate all’automazione e alla connettività possono introdurre: presenza di guasti ai sensori, segnali distorti, errori di software, compensazione del rischio per i conducenti di veicoli a guida non autonoma, nuovi rischi per gli utenti non motorizzati, ecc.

 

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